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Auto e scooter cannibalizzati e poi gettati in discariche a cielo aperto, insieme a montagne di rifiuti. Parti di motori di auto di presumibile provenienza furtiva, pneumatici, scarti di carrozzeria, ma anche frigoriferi, condizionatori e materassi. Lo “spettacolo” che appare ad Ardea, nella zona delle Salzare, è indecente. Il tratto, nello specifico, è quello di via delle Valli di Santa Lucia, nella frazione di Tor San Lorenzo. L’intera area è quella gravata dagli usi civici, ben 706 ettari. Una distesa immensa di rifiuti, che sembra non finire mai, confusa tra il verde della campagna circostante.

“Siamo stanchi di vivere tra rifiuti e fumi tossici”, dichiara un cittadino mostrando l’ennesima discarica. “Quotidianamente vengono a buttare di tutto, sotterrando parti di auto e lasciandone altre a cielo aperto. Altre ancora, invece, vengono date alle fiamme, generando roghi tossici”.

Illegalità diffusa

“Qui le abitazioni sono tutte abusive e neppure sanabili. Questo perché, anche facendo richiesta di condono edilizio in base a quanto previsto dalle leggi 47/85, 724/94 o 326/03, la concessionaria per il rilascio dei permessi a costruire in sanatoria non fa partire le richieste, in quanto non siamo proprietari delle terre. Senza un atto di proprietà, il dirigente all’urbanistica non può rilasciare alcun permesso. E tutto resta bloccato”.

Il risultato di questa impasse è un territorio ormai distrutto, pieno di abitazioni abusive e con tanto di ordinanze di demolizione. Molte di queste, ormai lasciate dai proprietari, sono state occupate da nomadi e senzatetto di varie etnie e nazionalità. Una terra di nessuno dove in prevalenza gli occupanti attuali hanno “acquistato”, si fa per dire, un lotto di terreno senza alcun contratto da parte dei regolari assegnatari (o dai loro eredi) che avevano avuto in concessione quelle terre per lavorarle. Insomma in virtù di una “mezzadria” per la quale i proprietari di quelle terre, come i nobili Sforza Cesarini, ricevevano un canone.

rifiuti Salzare

La rabbia dei cittadini

Una situazione ormai completamente fuori controllo, a seguito della quale molti di questi terreni sono diventati rifugio di senzatetto provenienti da varie parti del mondo. Una zona senza strade, senza acqua e completamente abbandonata. “Ci sono alcuni lotti coltivati così come dovrebbero, ma è una rarità. E ci sono anche molte case degne di questo nome, che danno un pò di lustro al quartiere. Il problema sono le tante baracche che costellano la zona, occupate da nomadi ed extracomunitari”, commentano ancora i residenti.

Ora questo territorio abbandonato resta sempre più rifugio per seppellirci rifiuti anche pericolosi e spesso diventa nascondiglio di ricercati, come provano i numerosi arresti effettuati in passato da Polizia di Stato e Carabinieri. Ma adesso i cittadini chiedono maggiore attenzione alla zona e ripristino della legalità, oltre che rispetto dell’ambiente, visto quanto accade sotto gli occhi di tutti, dagli interramenti agli incendi di rifiuti tossici.

“Facciamo un appello al sindaco, ma soprattutto all’assessore all’ambiente, per ricordare che c’è una zona chiamata “Salzare” dove l’inquinamento la fa da padrone e i rifiuti e gli scarti di ogni genere sono ormai un ornamento. I continui incendi notturni infestano l’aria, mentre la combustione dei rifiuti – e i rifiuti stessi, spesso inquinanti – potrebbero procurare danni alle falde acquifere del territorio. Numerosi sono stati fino ad oggi negli anni gli interventi dei pompieri di Pomezia, numerose sono le note del comando provinciale di Roma dei vigili del fuoco, ma tutto senza esito. Cosa è stato fatto finora dall’assessorato all’ambiente per contrastare questo fenomeno? Chi si ricorda della nostra esistenza? Qualcuno è mai venuto qui a vedere cosa c’è veramente?”

 

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