Juve, i tre amici
In casa Juve dal 2018 il vento è cambiato e la sfida contro il Frosinone, domani all’ora di pranzo (ore 12.30), si trasformerà in una reunion con tre giovani amici: Kaio Jorge, Soulé e Barrenechea, simboli di una progettualità che la nuova governance ha ereditato dagli anni di Agnelli e che sta portando avanti, con Allegri a fare da anello di congiunzione in attesa di conoscere il proprio futuro a metà marzo, una volta chiarito il budget per il 2024-25 alla luce dei possibili accessi a SuperChampions e Mondiale per club. Intanto, c’è un assegno circolare da oltre 100 milioni pronto a essere riscosso: è il tesoretto rappresentato da quei giovani che stanno facendo così bene alla loro prima esperienza lontano da Torino. La Juventus oggi ha solo 27 calciatori in prestito, tre dei quali con riscatti già certi: Rovella e Pellegrini alla Lazio e De Winter al Genoa. Altri tre sono al Frosinone, e sarebbero stati quattro se Huijsen non avesse chiesto e ottenuto di andare alla Roma a gennaio attratto dal richiamo di Mourinho, due al Sudtirol in Serie B (Peeters e Pecorino) e altri due in Svizzera all’Yverdon (Aké e Lungoyi). L’intera dirigenza bianconera, incluso il dt Giuntoli, considera questi luoghi ideali per far compiere ai ragazzi un salto controllato dalla NextGen a un livello più alto: la corsia preferenziale porta di solito in Ciociaria in caso di talenti già pronti la Serie A, a Bolzano se il percorso di maturazione non fosse ancora completato, o nel canton Vaud qualora si rendesse necessaria un’esperienza all’estero per completare il bagaglio tecnico e caratteriale. La serie cadetta italiana accoglie altri 7 diamanti figli della NextGen come il centrocampista Sersanti del Lecco e il difensore Facundo Gonzalez della Samp, due tra i più utilizzati con percentuali di impiego che toccano l’80% in un caso e superano il 70% nell’altro.
Juve, i numeri
La vittoria di questa progettualità che punta a diminuire il numero dei prestiti per renderli più “qualitativi” e funzionali alla fuoriuscita da Vinovo, con l’obiettivo magari di ritrovare quegli stessi giovani più forti e preparati (vedi Fagioli dopo la Cremonese), è tutta in un dato: 16 calciatori su 27 giocano molto più della metà dei minuti a disposizione, con Soulé e Barrenechea inamovibili (97,15% l’uno e 87,55% l’altro) nello scacchiere di Di Francesco e la sorpresa Felix Correia, attaccante del Gil Vicente in Liga portoghese, al terzo posto (79,84%). Solamente in cinque giocano meno di una partita su quattro: il laziale Pellegrini, di fatto già ceduto, Aké (solo 9 minuti con l’Udinese, da gennaio sta trovando continuità all’Yverdon), Cudrig al Perugia (461 minuti, 0 gol), Olivieri al Venezia (12 presenze) e Gori che a Monza fa il terzo portiere e non ha mai visto il campo.
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