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Pace edilizia in arrivo. Il piano, messo a punto dal ministro Matteo Salvini, riguarderà solo chi ha dei piccoli abusi da sanare nelle proprie abitazioni.

Pace edilizia, come sarà

Irregolarità che, secondo le stime degli ingegneri, coinvolgono però l’80% degli immobili italiani. Il ministero delle Infrastrutture sta lavorando a un pacchetto di norme per intervenire sulla casa, così come chiesto e auspicato – dicono a Via XX Settembre – anche dalle amministrazioni territoriali, dalle associazioni e dagli enti del settore edilizio. Si tratta, si spiega, di una serie di misure che mirano a regolarizzare le piccole difformità. Il pacchetto, almeno nelle intenzioni, dovrebbe assumere la forma di un decreto legge. 

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto però di non conoscere la norma salva-case di Salvini: «parliamone». «Mi ha accennato qualcosa – ha spiegato il premier – diverso tempo fa, ho letto che lavora a questa norma. Non sono in grado di esprimere un giudizio, ho letto che si parla di piccole difformità interne, ad esempio se uno ha alzato un tramezzo: se è questo, è ragionevole ma non posso oggettivamente commentare una norma che non ho letto».

 

Gli interventi

Ma quali sono gli interventi in arrivo? Tre le direzioni di marcia. Si tratta di sanare le difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alle precedenti formulazioni normative; le difformità edilizie “interne”, riguardanti cioè singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche (tramezzi, soppalchi, finestre, muri), infine, le difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conformità” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, effettuati tanto tempo fa. E ancora misure per permettere i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.
In rampa di lancio anche la semplificazione delle procedure per avere il conseguimento del permesso in sanatoria. Sono queste, in sintesi, le linee di indirizzo su cui gli uffici del dicastero guidato da Salvini si sono mossi e che hanno portato ad un testo articolato di norme. 

Salvini: un mini-condono edilizio. «Saniamo migliaia di piccoli abusi». Stop sugli affitti brevi. Palazzo Chigi cauto

 

 

La bozza

 

Bozza, sintetizzata in 12 slides, illustrata al Mit nel corso della riunione sul piano casa che si è svolta alla presenza del vicepremier con il Dipe (dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni e ordini professionali.  Del resto proprio Salvini a settembre e in una più recente question time a marzo aveva anticipato la rotta. «Ci sono milioni di immobili – aveva detto – che potrebbero essere rimessi sul mercato, liberando gli uffici tecnici comunali da centinaia di migliaia di pratiche giacenti in alcuni casi da 40 anni e facendo ripartire il mercato immobiliare». 

«Il piano casa – ha sottolineato ieri Salvini al Tg1- punta ad aiutare migliaia di italiani che non possono vendere o comprare casa per 20 cm di soppalco, di antibagno, di veranda. Gli uffici comunali sono intasati. Ecco, liberiamo da queste piccole difformità migliaia e migliaia di appartamenti, i comuni incassano e milioni di italiani tornano finalmente proprietari di casa loro». 

 

La ratio

La ratio del provvedimento è quella di tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono, a causa della burocrazia, per decenni la regolarizzazione delle posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o a vendere la propria casa. 

Proprio alla luce della necessità di semplificare si punta a tagliare i tempi delle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi. Una “pace edilizia”, si legge nelle slides illustrate al Mit, che vuole tutelare l’interesse pubblico, rimuovendo le situazioni di incertezza giuridiche legate alle lievi “difformità” che bloccano gli immobili. Tra le priorità il superamento della “doppia conformità”. Di che si tratta? In pratica, il testo unico del 2001 richiede una prova di doppia conformità edilizia e urbanistica sia al momento della realizzazione dell’intervento, sia al momento della presentazione dell’istanza di sanatoria, per accertare la regolarità. Ora si vuole introdurre un principio nuovo. Ovvero prevedere un accertamento della conformità alla disciplina edilizia riferito solo alla normativa vigente all’epoca della realizzazione dell’intervento edilizio, ferma restando la doppia conformità urbanistica. 

 

Le prossime mosse

Al termine dell’incontro, è stata anche confermata l’intenzione, sempre da parte del ministro Salvini, di varare una legge delega per il riordino del testo unico dell’edilizia e della normativa in materia di costruzioni. Legge finalizzata, è scritto in una slides, a semplificare la disciplina del settore e a riordinare i rapporti tra la legislazione statale e quella regionale. Una linea di sviluppo alla luce del recupero del patrimonio edilizio e della spinta alla rigenerazione urbana e all’efficientamento energetico.

 

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