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(Rinnovabili.it) – Scompare la Toscana, confermate le altre 6 regioni. Si trovano tutte fra Lazio, Piemonte, Puglia, Basilicata e le due isole maggiori Sicilia e Sardegna le 51 località identificate dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) come aree idonee per il deposito di scorie nucleari. Si tratta di siti “i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture”, fa sapere il MASE in una nota.

Dove sono le aree idonee deposito scorie nucleari

La maggior parte dei siti si trova fra Lazio e Basilicata. Ben 21 sulle 51 totali, cioè il 41%, sono individuate nella provincia di Viterbo. In territorio lucano le aree potenzialmente idonee indicate nell’elenco sono invece 14, di cui 4 a cavallo tra Basilicata e Puglia (due tra Matera e Laterza e altre due tra Matera e Altamura). A seguire, la Sardegna con 8 siti tra le province di Sud Sardegna e Oristano, poi il Piemonte con 5 opzioni tutte nei pressi di Alessandria, la Sicilia con due siti in provincia di Trapani e infine la Puglia con un sito interamente nel suo territorio, a Gravina.

Verso il Deposito nazionale

Va così a posto un altro tassello nella creazione del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, che ospiterà anche un parco tecnologico. Opera richiesta dall’Europa e su cui l’Italia è da anni in ritardo. La Sogin, la società incaricata di preparare la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), cioè la prima bozza dei siti in cui è tecnicamente preferibile realizzare il Deposito, aveva trasmesso le carte al MASE già a marzo del 2022.

All’epoca i siti individuati erano 67. Anche se ci sono state variazioni il Lazio continua a essere la regione con più aree. L’ad di Sogin Emanuele Fontani, nella primavera del 2021, aveva definito il Lazio come una scelta particolarmente “interessante” per via della sua posizione “baricentrica” rispetto alla penisola. Ma il Deposito nazionale potrebbe essere costruito in un sito diverso dai 51 indicati oggi dal MASE. Il ministero, infatti, conferma le anticipazioni date da Pichetto Fratin in estate: si accettano autocandidature. “Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di CNAI, nonché il Ministero della difesa per le strutture militari interessate, possono entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, presentare la propria autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale e il Parco tecnologico e chiedere al MASE e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l’eventuale idoneità”, sottolinea la nota del ministero. Anche i comuni già inseriti nella lista delle 51 aree idonee al deposito scorie nucleari possono inviare una manifestazione di interesse al MASE.

 

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