Cosa si intende per fringe benefits? Letteralmente tradotto: Fringe vuol dire “marginale” e benefit vuol dire “beneficio”.
Nel linguaggio comune, questa espressione viene utilizzata con l’accezione di compenso in natura, cioè̀ non monetaria, che il Datore di Lavoro corrisponde ai dipendenti in aggiunta al salario stabilito dai Contratti di Lavoro. Si tratta quindi di veri e propri benefici aziendali che rientrano in una particolare tipologia di retribuzione regolata dall’articolo 2099 comma 3 del Codice civile.
Come vengono considerate queste erogazioni dal punto di vista fiscale? Lo Stato non le equipara alle retribuzioni e non le assoggetta a imposte e contributi, a patto che non superino un determinato limite. Di norma tale limite ammonta ad € 258,23, ma per il 2023 il “Decreto Lavoro” (D.L. 48/2023) lo ha elevato a €3000 solo a lavoratrici e lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico.
Pertanto, per il solo anno 2023, occorrerà̀ distinguere:
- i/le dipendenti con figli a carico, per i quali la franchigia di esenzione viene innalzata da 258,23 euro a 3.000 euro;
- i/le dipendenti che non hanno figli a carico, per i quali resta ferma la soglia ordinaria di 258,23 euro.
La condizione di figli a carico si realizza in base ai seguenti parametri:
- figli che non superano i 24 anni di età̀ e hanno percepito nell’anno un reddito complessivo pari o inferiore a 4.000 euro;
- figli che superano i 24 anni e hanno percepito un reddito complessivo annuo non superiore a 2.840,51 euro.
Sono compresi i figli nati fuori dal matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati.
Al riguardo, ricordiamo che la condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata con riferimento al 31 dicembre di ogni anno. Pertanto, trattandosi di un’agevolazione spettante per il solo anno d’imposta 2023, occorre verificare il superamento o meno del limite reddituale alla data del 31 dicembre 2023.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 23/E del 1° agosto 2023 chiarisce, inoltre, che la nuova agevolazione spetta a entrambi i genitori in misura intera anche nel caso in cui si accordino per attribuire la detrazione per figli a carico per intero al genitore che, tra i due, possiede il reddito più̀ elevato.
Qualora si dovesse superare i limiti di esenzione (anche di un solo centesimo), 3.000 euro per dipendenti con figli fiscalmente a carico e 258,23 per gli altri dipendenti, verrà̀ applicata la tassazione e la contribuzione non soltanto per la parte eccedente, ma per l’intera somma che sarà̀ assoggettata alle trattenute IRPEF (23%, 25%, 35% o 43% a seconda del reddito complessivo), ai contributi previdenziali ed alle addizionali regionali e comunali.
I finanziamenti agevolati
Anche i finanziamenti a tasso agevolato che la banca concede ai propri dipendenti, sono considerati erogazioni in natura. L’importo da considerare come benefit si determina partendo dalla differenza tra il Tasso di Riferimento BCE a fine anno e il tasso pagato sul mutuo o sul prestito. Non tutta la differenza rappresenta un benefit: l’importo preso in considerazione è pari al 50% di tale differenza.
In presenza di altri benefit (ad esempio alloggio, auto aziendale o mutuo a tasso agevolato), se il valore complessivamente percepito nell’anno (comprensivo dei buoni spesa) dovesse superare il limite di esenzione fiscale, l’intero importo sarà̀ soggetto a imposte e contributi previdenziali.
I finanziamenti agevolati cointestati con soggetti non dipendenti
La Risoluzione 44/E del 25 luglio 2023 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che, ai sensi dell’art. 51 c. 3 del Tuir, rientrano nella nozione di reddito di lavoro dipendente
Perché se ne parla recentemente? Perché il Governo ha innalzato – per alcune categorie di contribuenti – le soglie (ecco perché abbiamo ricevuto una survey da parte del Personale). In altre parole, per alcuni ci sarà un vantaggio fiscale per il solo 2023 (allo stato attuale), per tutti gli altri non cambierà nulla.
La RSA Fisac/CGIL
in Banca Reale
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