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L’entrata in vigore della riforma Cartabia del processo penale è stata rinviata con il decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, denominato “Misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali”.

La nuova data fissata è il 30 dicembre 2022. Gli interventi sulla giustizia sono contenuti nello stesso PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza), nel quale si mira al miglioramento dell’amministrazione della giustizia, al fine di rendere il sistema più efficiente. 

Non a caso, si può leggere che “Il sistema giudiziario sostiene il funzionamento dell’intera economia, e l’efficienza del settore giustizia rappresenta una condizione indispensabile per lo sviluppo economico e per un corretto funzionamento del mercato”.

Alla base di tale riforma troviamo, dunque, la necessità di raggiungere standard adeguati di rispetto del diritto costituzionale, oltre che una più ragionevole durata del processo e la riduzione dei processi penali del 25% entro il 2026 – si tratta di obiettivi previsti dal PNRR. 

La riforma della Giustizia del Ministro Cartabia ha già ottenuto la fiducia alla Camera, con 3 agosto, con 396 sì, 57 no e 3 astenuti. In attesa che il testo della stessa passi davanti al Senato, vediamo quali sono i suoi contenuti e cosa dovrebbe cambiare. 

Riforma Cartabia e tempi di prescrizione

Il primo cambiamento in arrivo in ambito penale nel caso in cui la riforma Cartabia dovesse entrare effettivamente in vigore riguarda la prescrizione, la quale:

  • si interrompe dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di assoluzione sia di condanna;
  • sarà introdotto un tetto massimo di 2 anni per i processi d’appello e di 1 anno per quelli di Cassazione

È invece prevista una proroga di 1 anno e 6 mesi in Cassazione per i reati gravi, quali per esempio concussione e corruzione, violenza sessuale, associazione a deliquere semplice o di stampo mafioso. 

Una volta superati i termini previsti, scatterà l’improcedibilità e l’imputato non potrà più essere condannato. 

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Riforma Cartabia: l’udienza filtro

La maggior parte dei procedimenti penali che ci sono in Italia avviene innanzi a un Tribunale monocratico, ovvero con un solo magistrato. Nel caso di rinvio a giudizio, la competenza passa al PM, ovvero il Pubblico Ministero.

L’udienza filtro servirebbe a evitare che i processi penali si dilunghino troppo, culminando poi con un’assoluzione. Nella pratica, prima del giudizio a citazione diretta, ci sarebbe un’udienza predibattimentale in Camera di Consiglio, alla presenza di un Giudice diverso rispetto a quello con cui sarebbe previsto il dibattimento. 

Si parla di udienza filtro (innovazione prevista al nuovo articolo 554 bis cpp) proprio perché si dovrebbero filtrare quelle casistiche per le quali non sarebbe necessario un dibattimento e che potrebbero concludersi direttamente con una sentenza di non luogo a procedere, qualora gli elementi acquisiti non consentano una ragionevole previsione di condanna, oppure con un’alternativa quale il patteggiamento, il giudizio abbreviato o la sospensione con messa alla prova.

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Riforma Cartabia e giudizi a citazione diretta

È stato anche previsto un ampliamento del numero di reati per i quali si potrebbe procedere con una citazione diretta da parte del PM. In questo momento, è riservata ai reati meno gravi, quali:

  • quelli puniti con una multa;
  • per i quali sono previsti al massimo 4 anni di reclusione

Sarebbero invece inclusi anche i reati con pena fino a 6 anni, come per esempio:

In questo modo, sarebbe possibile ridurre il numero di reati per i quali è necessaria l’udienza preliminare. 

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Riforma Cartabia e indagini preliminari

In merito alla durata delle indagini preliminari, non si potranno superare:

  • 6 mesi per i reati ordinari, con eventuale proroga fino a 18 mesi;
  • 1 anno nel caso di reati più gravi, con proroga fino a 24 mesi. 

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Riforma Cartabia: miglioramento del processo penale

Le modifiche al processo penale previste dalla Riforma Cartabia, passano anche attraverso:

  • lo snellimento burocratico delle pratiche penali, tramite l’utilizzo di strumenti digitali e telematici;
  • strumenti alternativi al processo classico, quale patteggiamento, rito abbreviato e messa alla prova, al fine di ridurre il numero di processi e con variazioni alle procedure che permetteranno di ampliare le casistiche di applicazione. 

La riforma, inoltre, mira alla promozione di pene sostitutive al carcere, quali il lavoro di pubblica utilità, la semilibertà, la detenzione domiciliaria, al fine di contrastare il grave problema del sovraffollamento delle carceri. 

Riforma Cartabia e diritto all’oblio

Una delle novità più significative sarà anche il diritto all’oblio, ovvero quello di essere dimenticati in caso di assoluzione nel corso di un processo penale. Si avrà dunque diritto alla deindicizzazione delle notizie relative al procedimento penale per il quale si era indagati o imputati. 

Il provvedimento di deindicizzazione potrà essere emesso dopo la sentenza di assoluzione, il non luogo a procedere e il decreto di archiviazione. Il diritto all’oblio implica anche la rimozione del proprio nome dai canali d’informazione e dai siti Internet. 

Riforma Cartabia – Domande frequenti

A quando è stata rimandata l’entrata in vigore della riforma Cartabia del processo penale?

L’entrata in vigore riforma del processo penale Cartabia è stata rimandata al 30 dicembre 2022. 

Qual è il principale obiettivo della riforma Cartabia?

Alla base della riforma Cartabia troviamo l’urgenza di alleggerire il processo penale in Italia, attualmente avvolto in problemi di inutili lungaggini, tanta burocrazia e poca digitalizzazione. 

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