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Vendita immobiliare – l’ennesima asta – per quel compendio immobiliare denominato «Discarica Val Camino» a Civezzano. Circa 85.000 metri quadrati, a valle della strada provinciale 72, che la procedura esecutiva immobiliare emanata dal Tribunale di Trento indica come già utilizzata per la lavorazione/cava materiali/discarica inerti.

Praticamente, quel sito «inventato» negli anni ‘90 quale fasto e, in prospettiva, sorta di «fiore all’occhiello e vanto» a varcare con l’eco di «pionieristico esempio virtuoso» i confini territoriali dell’asta del porfido sulla direttrice Fersina-Avisio.

Poi, la storia si è dipanata in maniera diametralmente opposta, fatta di prescrizioni, inosservanze, pignoramenti. Disastro ambientale. Fino a quel prezzo base del febbraio dell’anno 2015, indicato in 1.500.000 euro, peraltro mai battuto causa sala deserta. Ora si è giunti alle svendite di fine stagione, per quel lotto unico che attende offerte entro il 26 febbraio prossimo, su prezzo base di 411.000 euro (rilancio minimo 4.000 euro) e con possibilità di partecipare alla partita anche attraverso offerta minima pari a 308.250 euro, che non è altro che un quarto (25%) in meno rispetto al prezzo base.

Verrebbe da ipotizzare che – a meno di 5 euro/mq – si inneschi una sorta di competizione a suon di rialzi per accaparrarsi quell’enormità che pende dalle labbra della strada «variante di Torchio – Val Camino» per scivolare fino a lambire il corso del rio Silla, nella più ampia «Valgranda». Però, per quelle zone martoriate denominate Val Camino e Molino del Masetto, è presente il vecchio frantoio con nastri trasportatori, altri manufatti, tutto già utilizzato per la discarica. Si legge inoltre che «all’interno del sito, sono depositati vari materiali di risulta, elementi metallici dismessi, contenitori metallici, materiali elettrici, un’automobile e altro ancora».

Invitando quindi a esaminare con attenzione il «Rapporto di valutazione dei beni pignorati» (18.6.2019). Compresa la descrizione delle pratiche urbanistiche e amministrative riguardanti gli immobili e l’attività della discarica inerti.

A beneficio informativo, il Rapporto menziona il susseguirsi delle ordinanze emesse dal comune di Civezzano in ordine cronologico. A cominciare dalla sospensione dell’utilizzo del frantoio e divieto a modificare la conformazione del terreno (4 settembre 2008), ribadita in data 14 ottobre 2009 con l’aggiunta di rimozione del frantoio (privo di concessione) entro 90 giorni dalla notifica. Ulteriore proroga fino al 18 marzo 2010 per sospensione attività e ripristino delle zone. Sarà poi la volta del segretario comunale a scrivere (2 marzo 2011) notificando «avvio del procedimento per l’acquisizione dell’area interessata dall’abuso edilizio (?), in seguito sospesa (9 giugno 2011) al fine di permettere richiesta di «concessione in sanatoria e in deroga».

Concessione accordata (28 febbraio 2012), con conclusione delle attività e smantellamento e ripristino entro il 30 giugno 2014.
Ad oggi tutto è rimasto come prima visto che «nessuna opera di ripristino è stata eseguita» conferma il rapporto di valutazione a cura del geometra Franco Eccher, compreso il ripristino dell’alveo del rio Canova (prescrizione Servizio bacini montani). In conclusione, il termine fissato dal comune di Civezzano (30 settembre 2015) per completamento di ripristino e chiusura della discarica inerti di Val Camino, veniva anch’esso disatteso in toto. Tanto che si sollecita l’eventuale acquirente, a confrontarsi con vari enti (comune, provincia, Bacini montani) al fine di definire/confermare importi, sanzioni, modi e tempo per ottemperare a quanto richiesto.



 

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