Affari sporchi in Riviera. Estorsioni e bancarotta. Condanne per 50 anni #finsubitoagevolazioni

Rimini, 11 luglio 2024 – Una rete di scambi illeciti che si estendeva dalla Romagna fino alla Campania. A fare luce su quel “mondo di mezzo” – fatto di affari sporchi, riciclaggio, truffe ed estorsioni ed imprenditori onesti che loro malgrado si erano ritrovati stritolati nelle spire della criminalità – erano stati, nel marzo del 2016, i carabinieri del nucleo investigativo di Rimini attraverso l’operazione “Idra”, con una raffica di arresti e denunce e diversi reati contestati a vario titolo: dall’estorsione all’esercizio abusivo del credito, dalla bancarotta fraudolenta alla fittizia intestazione di beni. Ora la giustizia presenta il ‘conto’ ad alcuni dei protagonisti di quell’inchiesta. In primo grado, il tribunale di Rimini ha pronunciato sentenze di condanna, per un totale di oltre 50 anni, per dieci imputati.

Tra di loro, spicca la figura di Pio Rosario De Sisto, detto ‘zio Pio’, 64 anni campano da tempo trapiantato in Riviera, difeso dall’avvocato Piero Venturi. Il tribunale lo ha condannato complessivamente a 19 anni e 2 mesi, anche se è quasi scontato il ricorso in Appello. Così come è prevedibile un’impugnazione in secondo grado della sentenza da parte degli altri imputati – difesi tra gli altri dagli avvocati Giuliano Renzi, Filippo Cocco, Nicola Massini, Maurizio Valloni – che hanno ricevuto una condanna: Nicola Borghetti, 4 anni; Eugenio Conocchia, 2 anni e 3 mesi; Renato Schetter, 5 anni e 9 mesi; Francesco Enrico Pasquini, 5 anni e 4 mesi; Franco Pozzi, 1 anno e 9 mesi; Antonio Orlando, 3 anni e 10 mesi; Antonio Nuvoletta, 3 anni e 10 mesi; Pasquale Nuvoletta, 5 anni e 10 mesi; Pasqualino Caccavalle, 3 anni e 10 mesi. A finire nel mirino, con l’operazione Idra, era stata la società “Odierna distribuzione srl”, che si occupava di acquistare macchinari ed elettrodomestici da aziende del territorio, poi destinati a supermercati compiacenti del Napoletano. I malviventi tuttavia avrebbero ingannato i loro fornitori, limitandosi a versare un acconto e poi saldando il resto con assegni post datati o tratti da conti correnti senza copertura.