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I crediti del Superbonus sono considerati “non pagabile” per i conti pubblici in seguito alle restrizioni introdotte dalla Legge n.67/2024

Dopo un anno all’insegna dell’incertezza è finalmente arrivato il parere Eurostat sui crediti Superbonus: per l’anno 2024 potranno considerarsi “non pagabili”. La decisione arriva a valle del Decreto Superbonus n.39/2024 convertito nella Legge n.67/2024 che ha fortemente cambiato la disciplina della misura nata al 110%, ma ridotta nel tempo. 

Nel parere inviato all’Istat, l’istituto di statistica europeo ricorda invece che per il triennio 2020-2023 i crediti del Superbonus dovranno considerarsi “pagabili” per i conti pubblici.

Cosa è cambiato con il Decreto Superbonus 

L’intervento principale che ha portato Eurostat alla sua formulazione è certamente l’allungamento dei temi nella compensazione delle detrazioni legati a Superbonus, ma anche al Bonus Barriere architettoniche e Sismabonus. La legge 67/2024 ha stabilito che le spese sostenute per le agevolazioni edilizie appena citate, saranno ripartite in 10 quote annuali anzichè in 4 o 5 rate come era in precedenza. Si aggiunge poi al conteggio dell’istituto Europeo, la chiusura totale delle opzioni alternative alla detrazione diretta, segnando la fine della possibilità di scegliere lo sconto in fattura o la cessione del credito. 

Qual è la differenza tra credito non pagabile e credito pagabile

Il problema nasce a seguito dell’approvazione del Decreto Rilancio del 2020, quando l’Istat si rivolse ad Eurostat con la richiesta di un parere in merito alla contabilizzazione dei crediti fiscali, al tempo utilizzabili senza limiti nelle cessioni a terzi. 

Dopo questo prima interpello tuttavia, la gestione dei crediti fiscali è molto cambiata, muovendosi di pari passo con il peso del superbonus nettamente superiore rispetto a quanto pronosticato inizialmente dal Governo.  

In quest’ultima decisione inviata all’Istat, Eurostat considera i crediti del Superbonus per gli anni 2020- 2023 come “crediti di imposta dovuti”. Perché un credito sia considerato pagabile è essenziale che non avvengano dispersioni significative durante il suo utilizzo e che possa cioè essere corrisposto al beneficiario nel suo totale. E considerando la mole di crediti ancora incagliati nel sistema questa considerazione è praticamente impossibile per il 2024.

Nel caso dei crediti del Superbonus nel 2020-2023 significa che il deficit sarà contabilizzato nel passato senza ricadute nell’attualità.  

Al contrario i crediti “non pagabili” saranno spalmati negli anni. A partire dal 2024 avranno un differente impatto sul debito pubblico, in quanto saranno registrati dal bilancio dello Stato come minori entrate o come sconti sulle tasse. 

Crediti del Superbonus nel 2024 sono considerati “non pagabili”

Insomma, le ultime disposizioni normative hanno reso il Superbonus un debito spalmabile nel corso dei prossimi anni e non gravato unicamente sul 2024, ovviamente con un impatto inferiore ma allungando l’agonia sul deficit dei prossimi anni. Inoltre essendo considerati crediti “non pagabili”, nel 2024 e nei prossimi anni, la parte non compensata con i debiti verrà persa dal beneficiario.

leggi anche Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

 

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