SASSARI. Non solo gli affitti e le rendite della marchesa, ma anche quasi centomila euro di contributi pubblici erogati dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per coltivazioni fantasma. Si allarga a macchia d’olio, e coinvolge altre quattro persone, l’inchiesta sulla truffa denunciata dalla facoltosa vedova algherese Ernestina Tacchino vedova Zoagli, 95 anni. La donna, assistita dall’avvocato Stefano Carboni, sostiene di essere stata ridotta in povertà e privata con l’inganno di tutte le sue proprietà che sono confluite nella Fondazione che porta il suo nome. Oltre il commercialista sassarese Rodolfo Egidio Gosmino, presidente della Fondazione Zoagli di cui nei giorni scorsi il gip Michele Contini aveva fatto sequestrare l’intero patrimonio su richiesta della pm Maria Paola Asara, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche la figlia del professionista, Giulia Irene Gosmino, 27 anni; e tre dipendenti del Centro di assistenza agricola di Alghero e di Sassari. Si tratta di Angelo Murineddu, 50 anni, algherese; di Carlo Sabino, 45 anni, residente a Porto Torres; di Francesco Pinna, 45 anni, algherese. Secondo le ipotesi di accusa i tre uomini, in cinque occasioni, avrebbero consapevolmente aiutato Gosmino a incassare fondi non dovuti per i terreni incolti di proprietà della marchesa Zoagli. Terre che Rodolfo Gosmino, in qualità di presidente della Fondazione diventata proprietaria di tutto il patrimonio di donna Ernestina, aveva ceduto alla propria figlia in comodato d’uso a titolo gratuito.
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A giudicare dalle ipotesi di accusa, Giulia Irene Gosmino sarebbe stata usata dal padre come una prestanome. Sarebbe stato infatti il commercialista a incassare le premialità, liquidate da Agea alla giovane “contadina” sassarese per le annate agrarie comprese tra il 2013 e il 2015.
La lettura dei capi di imputazione del decreto di sequestro preventivo del patrimonio della Fondazione Ernestina Zoagli, eseguito nei giorni scorsi dalla guardia di finanza di Alghero, delinea nitidamente i contorni della truffa di cui è accusato Rodolfo Gosmino.
Il professionista sarebbe riuscito prima a carpire la fiducia della marchesa, una donna molto ricca ma anche molto sola e malata. L’uomo avrebbe fatto credere a donna Ernestina di essere l’unico in grado di esaudire il suo desiderio di aiutare giovani scrittori squattrinati.
Gosmino era stato nominato presidente a vita della Fondazione, ma la marchesa aveva scoperto solo molto tempo dopo questa circostanza.
Tra il 2009 e il 2015, il commercialista sarebbe riuscito a isolare completamente donna Ernestina e a impossessarsi di tutto il suo ricco patrimonio: quasi cento beni immobili e tutto il denaro, ma anche le rendite. Tra queste anche quelle dei terreni. Gosmino sarebbe stato aiutato a presentare le pratiche dal personale di Centri di assistenza agricola delle sedi di Alghero e di Sassari.
Angelo Murineddu, Carlo Sabino e Francesco Pinna sono indagati per falsità ideologica e falsità commesse dai pubblici impiegati in quanto avrebbero falsamente attestato che Giulia Irene Gosmino si era presentata nei loro uffici e aveva firmato la domanda in loro presenza. Tutte le pratiche invece erano state presentate da Rodolfo Gosmino.
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