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Superbonus 110 in piazza della Bocca della Verità a Roma nuova manifestazione di protesta di Federedilizia, Rete Imprese Ecobonus e “Basta crediti incagliati”. Non solo protesta ma anche proposta come quella di dichiarare lo stato di crisi dell’edilizia nazionale.

Per le associazioni, “la manifestazione è stata indetta dalle categorie colpite e dai loro rappresentanti e si è resa necessaria per la vera e propria catastrofe economica e sociale in corso che coinvolge milioni di cittadini italiani: imprenditori, lavoratori, professionisti, committenti e loro famiglie. Vi è il concreto rischio di un affondamento gravissimo del settore edilizio che trascina inevitabilmente la recessione della economia italiana, considerando che direttamente l’edilizia pesa almeno il 5% del PIL e insieme alla filiera dei fornitori almeno il 10% del PIL.

I numeri da brivido del Superbonus

-Imprese coinvolte: 60.000

-Lavoratori diretti impiegati da tali imprese: 963.000

-Professionisti: 15.000

-Famiglie coinvolte, stima su dati di Fonte ENEA

Immobili sottoposti ad interventi SUPERECOBONUS al 31/05/2024:

244.952 immobili unifamiliari

117.356 immobili funzionalmente indipendenti

133.401 condomini

Prosegue la nota di Federedilizia: “Gli immobili destinatari degli interventi attivati, eseguiti o attualmente sospesi, è quantificabile in circa 1.700.000 famiglie italiane coinvolte; con una media di 3 persone a nucleo familiare l’impatto risulta devastante per oltre il 10% della popolazione nazionale. I dati ISTAT mostrano che per ogni euro di fatturato perso nel settore delle costruzioni corrisponde un’ulteriore perdita di 40 centesimi negli altri settori solo per la mancata domanda di materie prime, semilavorati e servizi. I fallimenti diffusi nel settore edile inevitabilmente impatteranno su tutta l’economia del paese in termini economici e sociali ben più sostanziali e ad oggi non quantificabili”.

L’affondo contro lo Stato

Scrivono i manifestanti: “Decreti e Atti normativi modificati decine di volte nell’arco di un triennio hanno portato al tradimento di uno dei principi fondanti del vivere civile e democratico: lo Stato ha tradito la fiducia di tutti questi cittadini e imprese. Perciò chiediamo le imponenti risorse finanziarie generate in questi anni dal settore edile che ha creato ricchezza e fatturati aumentando il extra gettito fiscale nelle casse dello stato, generando importante ricchezza”.

E così hanno reso noti il manifesto delle richieste al Governo Meloni

1) L’emanazione di provvedimenti normativi urgenti finalizzati allo sblocco del mercato delle cessioni dei crediti (mediante il coinvolgimento delle Società Partecipate Pubbliche, utilizzando garanzie pubbliche per agevolare le compravendite e concedere finanziamenti alle imprese, sospendendo i contenziosi tra lo Stato e le Imprese e tra Imprese/professionisti/Committenti, oltre ad ulteriori interventi di natura finanziaria)

2) L’istituzione da parte del Ministero delle Imprese di un “TAVOLO DI CRISI PER IL SETTORE DELL’EDILIZIA” attivando gli strumenti previsti dalla legge 181/1989 anche con il coinvolgimento degli enti preposti quali Invitalia e/o altri.

3) L’ampliamento delle competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con l’inserimento di un specifico dicastero specificatamente dedicato al comparto EDILE

4) Un tavolo di regia con il Sistema Bancario e i principali operatori finanziaria nazionali per procedere a una opportuna regolamentazione, anche in chiave europea, del mercato dei crediti fiscali

5) Il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regionali per dare piena attuazione alle leggi regionali in materia di acquisto dei crediti d’imposta da parte delle Società Pubbliche partecipate dagli Enti Locali.

 

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