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1. Cenni.

La Composizione Negoziata della Crisi d’Impresa (CNC), introdotta per effetto del                   D.L.118/2021 poi convertito nella L.147/2021, è uno strumento che consente di dare immediato ausilio alle imprese che si trovano in situazioni di squilibrio economico-finanziario o patrimoniale, finalizzato a gestire il loro risanamento.

Durante tale iter, l’imprenditore è affiancato da un esperto, terzo e indipendente, dotato di competenze specifiche con il compito di mediare tra tutti i soggetti coinvolti (imprenditore e creditori), al fine di individuare la migliore soluzione percorribile in relazione agli interessi emersi durante le trattative.

 

2. Nomina dell’esperto.

La nomina di ciascun esperto è delegata alle Commissioni – costituite presso le Camere di Commercio dei capoluoghi di Regione – che durano in carica 2 anni e sono formate da 3 componenti rappresentati rispettivamente da due magistrati (effettivo e supplente) designati dal Presidente della sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale del capoluogo di regione; due membri (effettivo e supplente) designati dal Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA) del capoluogo di Regione; e due membri (effettivo e supplente) designati dal Prefetto del capoluogo di Regione.

In particolare, l’esperto può essere uno tra i seguenti professionisti, iscritto nell’apposito elenco degli Esperti Negoziatori della Crisi d’impresa istituito presso le Camere di commercio e cioè:

-avvocati (iscritti da almeno cinque anni all’Albo degli avvocati);

-dottori commercialisti e esperti contabili (iscritti da almeno cinque anni all’Albo dei dottori commercialisti e esperti contabili);

-consulenti del lavoro (iscritti da almeno cinque anni all’Albo dei consulenti del lavoro).

Entro 2 giorni lavorativi dalla nomina, l’esperto – dopo aver esaminato sommariamente la domanda e i documenti caricati sulla piattaforma telematica (test pratico e check list), e verificato il possesso dei requisiti di cui all’art. 4 comma 1, comunica l’accettazione o il rifiuto dell’incarico.

Se intende accettare l’incarico, lo comunica all’imprenditore a mezzo pec compilando il modulo riportato nell’allegato 3 del DM. 28/09/2021.

Successivamente, l’esperto deve compiere rapidamente una serie di attività, in vista della quali è necessario che egli si doti di una strumentazione ad hoc che gli consenta di procedere in modo veloce ed affidabile [1] .

Inoltre, è necessario che l’esperto tenga conto di alcuni dati ricavabili dalla domanda presentata e che riguardano l’eventuale pendenza di ricorsi per la dichiarazione di fallimento o per l’accertamento dello stato di insolvenza, la richiesta di misure protettive o cautelari a norma dell’art. 6 del D.L. 118/2021, la presenza o meno del DURC [2], il numero dei dipendenti (che, se superiore a 15 unità, imporrà di tenere conto delle iniziative da assumere ai sensi dell’art. 4, comma 8.

Sempre in via preliminare, è opportuno che l’esperto sappia se l’impresa appartiene ad un gruppo, verificando nell’apposita sezione del Registro delle imprese quale società esercita la direzione e coordinamento e quali vi sono soggette [3].

L’esperto dovrà anche verificare se l’impresa è sopra o sotto soglia, in ragione della parziale diversità di disciplina che la composizione negoziata prevede nell’uno o nell’altro caso.

Esaminata la documentazione inerente alla situazione economico-patrimoniale dell’impresa, l’esperto convoca l’imprenditore per valutare l’esistenza di una concreta prospettiva di risanamento. Se quest’ultima non sussiste, allora l’art. 5 comma 5, prevede che l’esperto ne dia notizia all’imprenditore e al Segretario generale della CCIAA che dispone l’archiviazione dell’istanza di composizione negoziata.

Se, al contrario, ritiene che le prospettive di risanamento siano concrete, avvia una negoziazione con le altre parti interessate al processo di risanamento [4].

Le trattative hanno una durata prestabilita di 180 giorni, decorsi i quali – se le parti non raggiungono un accordo sui modi di superamento della crisi – l’incarico dell’esperto cessa ipso iure.

Questo termine può essere prorogato per ulteriori 180 giorni, in due casi:

-quando tutte le parti e l’esperto concordano, come risulta anche dalla decisione n.3253/2022 del Tribunale di Palermo [5];

-quando l’imprenditore ha fatto ricorso al Tribunale per ottenere la conferma di una misura protettiva ex art. 7  oppure quando ha chiesto al Tribunale di essere autorizzato al compimento di uno degli atti di cui all’art. 10.

 

3. Trattative.

Durante le trattative, l’imprenditore continua ad occuparsi della gestione ordinaria e straordinaria dell’impresa. Nonostante ciò, sull’esperto gravano alcuni compiti specifici.

E’ previsto che l’imprenditore debba informare l’esperto in relazione al compimento di atti di straordinaria amministrazione o all’esecuzione di pagamenti che non sono coerenti rispetto alle trattative o alle prospettive di risanamento. Se l’esperto ritiene che l’atto può arrecare pregiudizio ai creditori, alle trattative o alle prospettive di risanamento, lo segnala per iscritto all’imprenditore – chiedendo spiegazioni – e all’organo di controllo.

Se l’atto viene compiuto, nonostante la segnalazione, l’esperto può iscrivere il proprio dissenso nel Registro delle imprese. L’iscrizione è obbligatoria se l’atto compiuto pregiudica gli interessi dei creditori, ed in questo caso, l’esperto segnalerà al giudice che ha adottato le misure cautelari o protettive che sono venuti meno i presupposti che hanno determinato la loro adozione oppure che è necessario abbreviarne la durata.

Un altro intervento dell’esperto è previsto in relazione alla possibilità di rideterminare il contenuto di alcuni contratti. In particolare, consente che in presenza di contratti ad esecuzione continuata, periodica o differita, se la prestazione è divenuta eccessivamente onerosa o se è alterato l’equilibrio del rapporto in ragione di circostanze sopravvenute [6].

 

4. Esiti delle trattative.

La procedura si conclude con il deposito – nella piattaforma telematica – della relazione finale con la quale l’esperto dà atto dell’attività compiuta e delle possibili soluzioni emerse all’esito delle trattative, ai fini del superamento delle condizioni di squilibrio in cui si trova l’impresa. Le soluzioni positive previste dalla Composizione Negoziata sono (art. 23 comma 1 del D.lgs. n. 14/2019):

a) conclusione di un contratto, con uno o più creditori, che produce gli effetti delle misure premiali di cui alla riduzione degli interessi alla misura legale, se – secondo quanto esposto dall’esperto nella relazione finale – sia idoneo ad assicurare la continuità aziendale per almeno due anni;

b) conclusione di una convenzione di moratoria di cui all’ 62 del D.lgs. n. 14/2019;

c) conclusione di un accordo (sottoscritto dall’imprenditore, dai creditori e dall’esperto) i cui effetti precludono l’assoggettabilità ad azioni revocatorie a condizione che, l’esperto attesti che il piano di risanamento appare coerente con la regolazione della crisi o dell’insolvenza.

Per stabilire un canovaccio estremamente schematico per gli incontri dell’esperto, è necessario ricordare, in sintesi, quali sono i compiti dell’esperto nella sua attività di negoziazione. Egli infatti:

  • dirige il processo di negoziazione, garantendone il corretto svolgimento;
  • definisce le priorità, i turni di parola e le fasi dell’incontro;
  • stabilisce il contatto con le parti presenti agli incontri;
  • utilizza un linguaggio semplice e chiaro;
  • risponde alle domande delle parti e ne verifica la comprensione;
  • verifica di aver capito;
  • favorisce la condivisione delle informazioni;
  • incoraggia la collaborazione tra le parti;
  • identifica e rinforza gli interessi comuni;
  • svolge l’indagine e l’esplorazione. verifica le attese;
  • sposta l’attenzione verso il futuro;
  • ascolta attivamente;
  • formula le domande;
  • riassume;
  • riformula;
  • gestisce le comunicazioni emotive.

 

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