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Mutuo, affitto e bollette potranno essere riconosciuti come premio da parte dei datori di lavoro. L’Agenzia delle Entrate ha provveduto all’interno della circolare n. 5/E a fornire le specifiche in merito ai fringe benefit (in questo articolo specifichiamo quali sono) che saranno esentasse nel caso in cui rientrassero nella soglia dei mille euro per alcune categorie di dipendenti. Ecco tutti gli aggiornamenti sulla misura.

Il premio

La misura prevedere che i datori di lavoro potranno pagare alcune rate di interessi del mutuo sulla prima casa oppure su alcune mensilità di locazione. Sui benefit in questione non si verseranno le tasse nei caso in cui gli stessi rientreranno nei limiti previsti, ovvero di mille euro per i dipendenti senza figli a carico e di duemila euro per coloro che, invece, hanno figli a carico. Inoltre i datori di lavoro potranno provvedere a rimborsare anche le bollette elettriche oppure quelle del gas.

La nozione di prima casa e le spese

Le Entrate hanno poi chiarito l’esatta nozione di “prima casa” e i rispettivi premi che riguardano gli interessi del mutuo e l’affitto. Infatti il Fisco ha specificato che per “prima casa” si intende l’abitazione principale e quindi l’immobile posseduto dal dipendente, dal coniuge o da un altro familiare, nel quale il lavoratore e la sua famiglia vivono abitualmente e ne sostengono le relative spese. In merito alle uscite della casa che vengono rimborsate dal datore di lavoro il contribuente non potrà usufruire di ulteriori agevolazioni. Questo significa che gli interessi che vengono rimborsati dal datore di lavoro sul mutuo non potranno, per esempio, essere detratti dal reddito all’interno del 730.

Premi di risultato

Ci sono poi dei chiarimenti in merito ai premi di risultato. La legge di Bilancio include la diminuzione dell’aliquota riferita ai premi, i quali sono differenti dai benefit. Questa decurtazione scende dal 10% al 5% e si tratta di taglio dell’aliquota che viene applicato anche per quanto concerne la partecipazione dei dipendenti agli utili d’impresa. Ricordiamo che per premi di risultato s’intende quel compenso aggiuntivo che, nel corso dell’anno, le aziende possono erogare ai propri dipendenti a seguito del raggiungimento di determinati risultati migliorativi in termini di performance aziendale

Il riscatto dei contributi

Inoltre la circolare prevede la possibilità per i datori di lavori di versare i premi riscattando fino a 5 anni di contributi dei dipendenti rispetto ai periodi in cui non hanno lavorato. Questa norma è finalizzata a chiudere i buchi contributivi e consente ai lavoratori di anticipare la pensione di qualche anno.

I contributi riscattabili devono essere inclusi nel periodo che parte dal primo versamento all’Inps del lavoratore precedente all’entrata in vigore della scorsa legge di bilancio, fino a oggi. L’azienda può dedurre dal reddito il riscatto dei contributi.

 

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