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Il fisco italiano è stato messo spalle al muro dai contribuenti per ben 80 volte. Ecco come questo è potuto succedere secondo Banca d’Italia.

Secondo la Banca d’Italia, nella storia d’Italia ci sarebbero stati circa un’ottantina di condoni. Il più generoso di questi sarebbe quello della rottamazione delle cartelle del Governo Draghi, che aveva un valore stimato di 58 miliardi di euro. Per presentare il provvedimento si è spesso utilizzato termini come “pace fiscale” o “rottamazione”.

Ecco come il fisco italiano è stato messo spalle al muro dai contribuenti-credit Ansa – missionerisparmio.it

In conferenza stampa a fine dicembre 2021, però, Mario Draghi era stato piuttosto chiaro riguardo la possibilità di rottamazione inserita nel Decreto Sostegni: “All’inizio fu fatto un provvedimento che rottamava le cartelle di piccolo importo che era, sostanzialmente, un mini-condono. Lì, almeno per quanto mi riguarda, si ferma ogni azione di condono“.

La vera ragione che si nasconde dietro ai condoni

Mario Draghi aveva individuato la necessità di un’urgente riforma del sistema di riscossione italiano. L’ex premier aveva rilevato che, grazie alla possibilità di interazione delle banche dati, l’Agenzia delle Entrate era riuscita ad acquisire una maggiore efficacia. I miglioramenti da apportare al fisco italiano, però, erano ancora molti.

In effetti, il primo condono tributario risale al 1973 e fu affiancato proprio da una profonda riforma fiscale. Dietro a questi provvedimenti, infatti, non c’è soltanto la voglia di sostenere le famiglie durante un periodo di crisi come quello della pandemia di Covid, dove nel 2020 si è registrato un preoccupante calo dell’8,9% del PIL italiano.

Ecco come il fisco italiano è stato messo spalle al muro dai contribuenti

Le rottamazioni delle cartelle, in particolari le ultime, rispondono anche ad una precisa esigenza dell’Agenzia delle Entrate. Sebbene in un comunicato stampa il Ministero dell’Economia e delle Finanze abbia spiegato come le entrate tributarie e contributive siano in crescita a 4,7 miliardi nel primo trimestre 2023, c’è un evidente problema.

I condoni in Italia- Credit: MEF – missionerisparmio.it

L’Agenzia delle Entrate non riesce a recuperare tutti gli importi iscritti a ruolo. In particolare, ciò accade più di frequente con i debiti più contenuti. Per questo, il Decreto sostegni aveva varato un provvedimento che prevedeva addirittura il saldo e stralcio delle cartelle con importo inferiore a 1.000 euro ed emesse fra il 2016 e l’anno 2020.

La continuità fra il Decreto Sostegni e la Legge di Bilancio 2023: cos’è successo

Anche la Legge di Bilancio 2023 ha previsto la possibilità di accedere alla rottamazione della cartelle “quater“. In questo caso, lo stralcio automatico per i debiti pari o inferiori a 1.000 euro era applicato a tutti gli importi iscritti a ruolo fra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015. In questo modo, si sono stati condonati tutti i debiti più contenuti.

È proprio questo il segnale maggiore di una difficoltà dell’Agenzia delle Entrate a recuperare gli importi iscritti a ruolo più ridotti. In un rendiconto della Corte dei Conti si è inoltre venuti a conoscenza del fatto che su oltre 1.000 miliardi di euro di crediti archiviati, solamente 96 miliardi di euro fossero ancora recuperabili, ovvero meno del 9,6%.

 

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