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L’aumento dei tassi di interesse ha generato la tempesta perfetta sul credito bancario italiano: tagli ai prestiti alle imprese, mutui fermi e sofferenze in crescita. Questo emerge dal rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa.

Nell’ultimo anno infatti si è registrata una stretta creditizia da quasi 50 miliardi di euro, con una riduzione che supera il 3%. Le banche hanno tagliato tutti i tipi di finanziamenti alle imprese, con una riduzione di 39 miliardi (-6%). Per quanto riguarda le famiglie, il saldo è negativo per 10 miliardi, considerando che i mutui sono sostanzialmente fermi, il credito al consumo è cresciuto di 5 miliardi, mentre i prestiti personali sono crollati di quasi 14 miliardi.

Allo stesso tempo, la clientela bancaria fatica a onorare le scadenze con le rate dei prestiti tant’è che le sofferenze nette sono cresciute in un anno di quasi il 10%, passando da 16 miliardi a quasi 18 miliardi, in crescita di quasi 2 miliardi.

Le banche «sono le uniche a beneficiare della scellerata politica monetaria della Banca centrale europea» tanto che i loro profitti dovrebbero superare quota 40 miliardi nel 2023. Mentre ha aggiunto il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, il conto «lo stanno pagando i cittadini e le imprese, l’economia reale soffre e non ha mezzi finanziari per sostenere un periodo che si prospetta difficile».

I prestiti alle imprese calano di 39,2 miliardi

Entrando nello specifico delle elaborazioni di Unimpresa dei dati di Bankitalia, al netto delle cartolarizzazioni, gli impieghi delle banche ai privati sono crollati di 49,3 miliardi (-3,66%), calando dai 1.347,2 miliardi di novembre 2022 ai 1.297,8 miliardi di novembre 2023.

Più nel dettaglio, i prestiti destinati alle aziende sono passati dai 664,5 miliardi di novembre 2022 ai 625,2 miliardi di novembre scorso, con una diminuzione di 39,2 miliardi (-5,9%). Sono fortemente diminuiti sia i finanziamenti a breve termine (fino a 1 anno di durata), passati da 151,1 miliardi a 141,4 miliardi in calo di 10,6 miliardi (-6,98%), sia quelli di lungo periodo (con scadenza superiori a 5 anni), in contrazione di 26,1 miliardi (-7,37%), da 353,6 miliardi a 327,5 miliardi. Calo, pur se meno accentuato, anche per il credito di medio periodo (fino a 5 anni), sceso di 2,5 miliardi (-1,61%) da 158,8 miliardi a 156,2 miliardi.

Fermo il mercato dei mutui

Quanto alle famiglie, nell’ultimo anno i prestiti si sono ridotti di 10,1 miliardi (-1,48%), passando da 682,7 miliardi a 672,6 miliardi. La diminuzione è riconducibile principalmente all’andamento fortemente negativo dei prestiti personali, calati di 13,9 miliardi (-9,85%) da 140,7 miliardi a 126,7 miliardi. Cresce, invece, il credito al consumo, seppur a un ritmo nettamente inferiore rispetto agli scorsi anni: l’aumento è di 5,2 miliardi (+4,56%), ossia da 116,1 miliardi a 121,3 miliardi.

Il mercato dei mutui risulta invece sostanzialmente fermo: lo stock è passato da 425,9 miliardi a 424,5 miliardi con una variazione negativa di 1,4 miliardi in 12 mesi (-0,34%). (riproduzione riservata)




Orario di pubblicazione: 25/01/2024 16:30
Ultimo aggiornamento: 25/01/2024 17:41

 

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