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In Italia, la sortita di Matteo Salvini sulla «pace fiscale» — un condono delle tasse che sembra il gong della campagna elettorale per le Europee del 2024 — ha ricevuta la risposta del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, non felicissimo di essere dipinto come colui che tiene «in ostaggio» milioni di italiani. E sembra riproporre una nuova faglia all’interno della maggioranza, che si aggiunge alla questione giustizia. Le parole del leader leghista hanno riacceso la questione evasione: dura la reazione dell’opposizione, ma non solo dell’opposizione. Ma cosa ha detto Matteo Salvini?

Sabato il ministro delle Infrastrutture ha rilanciato l’idea del condono, eterno ritorno della politica italiana. Ha proposto, come ha spiegato Mario Sensini, la cancellazione non solo di interessi e sanzioni, ma anche di una parte del debito fiscale vero e proprio. Con queste parole: «Serve una grande e definitiva pace fiscale per liberare milioni di italiani ostaggio da troppi anni del fisco e dell’Agenzia delle Entrate. Sto parlando di italiani che hanno fatto la dichiarazione dei redditi, ma che poi non sono riusciti a pagare tutto quello che dovevano».

La galera e la soglia

Salvini ha cercato di non apparire lassista — «Gli evasori totali, completamente ignoti al fisco, per me possono andare in galera buttando la chiave» — ma ha indicato una nuova soglia a suo avviso accettabile per lo Stato: «Se qualcuno ha un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni, chiudiamolo. Gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto».

La risposta di Ruffini

Senza mai citare Salvini, lunedì 17 luglio il direttore dell’Agenzia delle Entrate — che è stato appena riconfermato per altri tre anni dal governo — ha ricordato il senso delle tasse come base della convivenza civile e il ruolo fondamentale dell’ente che dirige: «Il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno. È un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che, e sono la stragrande maggioranza, le tasse anno dopo anno le pagano e le hanno pagate sempre fino all’ultimo centesimo, anche a costo di sacrifici e nonostante l’innegabile elevata pressione fiscale». Quanto all’Agenzia, «è un’amministrazione dello Stato non un’entità belligerante, il nostro è un lavoro essenziale per il funzionamento di tutta la macchina pubblica, perché se vogliamo garantire i diritti fondamentali della persona indicati e tutelati nella nostra Costituzione, servono risorse». «Verità semplice, eppure tuttora contestata», commenta Massimo Franco.

La controreplica di Salvini

La sua idea di pace fiscale, ha detto il ministro, è rivolta «a chi ha fatto le dichiarazioni ma non è riuscito a versarle tutte», e assicurerebbe un «vantaggio per lo Stato, che incassa una marea di miliardi da usare per stipendi e pensioni e una liberazione per 15 milioni di persone». Il senso, a suo parere, è che «le persone che hanno avuto problemi con il fisco, che non ce l’hanno fatta a pagare tutto quello che dovevano, dovrebbero essere aiutate, non condannate». Durante un convegno a Cagliari, Salvini ha poi spiegato che «un fisco equo ed amico è un obiettivo dichiarato del programma elettorale del centrodestra, tanto da essere citato esplicitamente al punto 4 delle proposte su cui gli elettori ci hanno premiato». E ha aggiunto: «Dobbiamo agire con buonsenso, aiutando milioni di italiani che hanno dichiarato i propri redditi ma che non sono riusciti a pagare le tasse o che non ce l’hanno fatta a tornare a lavorare. Così consentiremo anche allo Stato di incassare soldi che altrimenti non avrebbe mai».

La reazione delle opposizioni

Francesco Boccia (Pd): «Ministri incoscienti, fanno danni alla democrazia e umiliano gli italiani che pagano le tasse». Giuseppe Conte (5 Stelle): «È una subcultura tossica di governo inaccettabile, gravissimo incitare all’evasione, così si rompe la pace sociale». Carlo Calenda (Azione): «Le parole di Salvini sono indegne di un ministro». Angelo Bonelli (Alleanza-Verdi Sinistra): «Siamo di fronte al governo eversivo degli evasori».

Le reazioni nella maggioranza

Al sì di Forza Italia alla proposta di Salvini, «Un condono? Sì, dipende dai contenuti: condono deve significare una valutazione su chi è in grado di pagare», dice il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin — fa da contraltare la presa di posizione di Maurizio Leo. Leo è importante per 4 motivi: è il viceministro dell’Economia, è il principale esponente di Fratelli d’Italia in questa materia, ha in mano il dossier della delega fiscale (dunque la riforma del Fisco) e ha lavorato in passato all’ufficio legislativo dell’Agenzia delle entrate. Spiega dunque: «È importante stabilire il principio che le imposte vanno pagate tutte. L’aspetto sul quale lavoriamo riguarda le sanzioni: l’attuale rottamazione serve ad avviarci verso una riforma che porti le sanzioni sui ritardi di versamento e i versamenti mancati in linea con le medie europee, di circa il 60% dell’imposta dovuta». E ancora: «Si è detto che l’Agenzia delle Entrate, in alcuni casi, è stata aggressiva. In realtà non ha fatto altro che applicare norme di legge, complesse, difficili, spesso incomprensibili. La lotta all’evasione la dobbiamo fare e la faremo nel modo più efficace possibile, ma con strumenti nuovi, con la tecnologia di cui disponiamo».

Salvini dice la verità?

Ma è vero quello che dice Salvini? E cioè che la pace fiscale, e in generale la prassi dei condoni, portano vantaggi allo Stato? Vediamo cosa dicono i nostri esperti. Federico Fubini: «Nel merito, il fastidio per la proposta di Salvini si spiega con la scelta di tempo del leader della Lega. Il 30 giugno sono scaduti i termini per aderire alla quarta rottamazione delle cartelle, i relativi versamenti a rate dovrebbero iniziare in autunno e qualunque segnale diverso in questa fase rischia di spingere i contribuenti a non pagare, nella speranza di condoni più generosi in futuro. E il governo ha seriamente bisogno che la rottamazione quater produca gettito, per poter gestire i saldi di cassa». Luigi Ferrarella: «Nella legge di Bilancio 2019 il ministro Matteo Salvini volle a tutti i costi un “saldo e stralcio” asseritamente “per i poveri”, cioè la possibilità di estinguere le cartelle esattoriali 2000-2017 in carico all’Agenzia delle Entrate pagando solo dal 16 al 35% dell’importo dovuto, a condizione di avere un reddito Isee inferiore ai 20 mila euro annui: Salvini vagheggiò un gettito di 30 miliardi, tecnici della Lega pronosticarono 4 miliardi, finì che entrarono nelle casse dello Stato 900 milioni. Del resto già le “rottamazioni” e il “saldo e stralcio” varati tra il 2016 e il 2018 registrarono istanze per 53,8 miliardi di introito previsto, di cui però 33,6 miliardi poi non sono mai stati versati». Luigi ricorda il pensiero della Corte dei Conti: «Più i contribuenti sono consapevoli di una sostanziale impunità, più si allarga la platea degli evasori».

Le precedenti rottamazioni

Mario Sensini: «Nelle precedenti rottamazioni, la prima nel 2016, la “bis” nel 2017, la “ter” nel 2018, moltissimi cittadini hanno avviato la procedura, definito con il fisco gli importi da versare, sgravati da sanzioni, interessi e aggio, ma poi non hanno pagato, oppure hanno smesso dopo le prime rate. Così, se nel 2016 dovevano entrare 17,7 miliardi ne sono stati incassati 8,2, nel 2017 meno di 3 miliardi invece che 8,4, nel 2018 appena 8,6 miliardi a fronte dei 26,3 dell’incasso stimato.La pace fiscale invocata ieri da Salvini assomiglia di più al saldo e stralcio delle cartelle, con la cancellazione totale del debito o di una parte, che finora ha riguardato le cartelle di importo più piccolo, da mille a cinque mila euro, e per solo per i contribuenti con i redditi più bassi, fino a 30 mila euro di Isee». Ancora Mario: «Non ha molto senso parlare di piccoli debitori tartassati, di “evasione di necessità”. Salvini pensa ai cittadini che dichiarano le tasse e che alla fine non pagano, o smettono, perché non hanno i soldi. Ma l’80% dell’evasione, come ricorda Ruffini, riguarda cittadini che la dichiarazione non l’hanno proprio presentata, o che l’hanno addirittura falsificata. Molti dei quali, almeno 7 milioni, sono pure recidivi incalliti, e ricevono ogni anno almeno una cartella. Il problema, insomma, non pare quello dei piccoli contribuenti».

«I numeri dicono che il 70% dell’evasione, 800 miliardi, riguarda l’1,3% dei contribuenti più ricchi, quelli che hanno debiti fiscali per oltre mezzo milione di euro. Poi ci sono i debitori piccoli, che sono una massa enorme: i database dell’Agenzia ne contano 11 milioni con un debito fino a mille euro, ed altri 7 hanno pendenze fino a 10 mila euro, anche se devono in tutto 40 miliardi, il 3,3% del totale». Ma allora Salvini… Ma allora Salvini vuole comprarsi i voti degli evasori con i soldi dei contribuenti leali? È chiaro che i suoi avversari, tra cui i competitor nella maggioranza, lo pensano o lo sospettano.

La teoria degli slogan acchiappa-voti

Una versione meno severa l’ha fornita paradossalmente Luigi Marattin di Italia viva, che ha sottolineato che nella delega fiscale «ci sono due concetti (sacrosanti) che agli evasori fanno molto male: il superamento del ruolo e della cartella, per accelerare notevolmente i tempi di riscossione e il prelievo diretto nei conti correnti degli evasori». Dunque per Marattin «Salvini cerca disperatamente di distrarre l’attenzione, con slogan “acchiappa-voti” che sono in questo caso l’esatto contrario di ciò che fa al governo». Come dire: si fanno le cose giuste e si dicono le cose sbagliate per non pagare dazio (elettorale). E ora si attende Meloni Nelle prossime settimane/mesi, ogni parola della presidente del Consiglio sul fisco sarà esaminata attentamente. Le ultime, pronunciate in Sicilia sul «pizzo di Stato», hanno suscitato molte polemiche. Bisognerà capire se la linea di Fratelli d’Italia sarà quella di Leo o se la concorrenza con la Lega non provocherà altre virate. Tenendo conto che anche la Lega va a zig zag, visto che le mosse di Salvini non entusiasmano il ministro dell’Economia Giorgetti. E nel frattempo dovrà procedere la riforma del Fisco. Che promette di essere il tema caldo del prossimo appuntamento elettorale.

 

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