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L’Agenzia delle entrate, con la pubblicazione della circolare n. 2/E, del 6 febbraio, ha fornito tutte le indicazioni sulla riforma dell’Irpef, spiegando anche come cambia il trattamento integrativo, comunemente chiamato Bonus 100 euro.

In vigore dal 2020, il bonus è entrato a far parte delle retribuzioni di un gran numero di lavoratori. Prorogato per gli anni successivi è stato confermato, seppur con qualche modifica, anche per il 2024.

Nel testo, andremo a vedere a chi spetta il Bonus da 100 euro, chiarendo un aspetto molto importante: spetta anche alle Partite Iva in regime forfettario?

Chi ha diritto al trattamento integrativo 2024

Il Bonus 100 euro, noto anche con il nome di ex bonus Renzi, è stato introdotto nel 2020 e dal 2021 in poi è stato prorogato anno dopo anno.

Perché si chiama ex Bonus Renzi? La ragione è perché è stato istituito dal Decreto Legge n. 66/2014, con il nome di Bonus Renzi da 80 euro. Successivamente, è stato sostituito dal nuovo trattamento integrativo da 100 euro.

Nel 2014, il Bonus Renzi, pari a 640 euro annui, era stato introdotto per i lavoratori dipendenti con RAL fino a 24.000 euro, riducendosi fino ad azzerarsi a quota 26.000 euro. Con il passare degli anni ha subito diverse modifiche, ma la misura, spesso, viene ricordata con il nome di ex Bonus Renzi.

La misura spetta in busta paga ai lavoratori dipendenti e il suo importo annuo complessivo è pari ad un massimo di 1200 euro, ripartito in 12 mensilità (100 euro al mese). Nel cedolino, è indicato con la voce “trattamento integrativo”.

La riforma fiscale ha anche avuto i suoi effetti sul trattamento integrativo, anche se, nel 2024, non cambia lo stipendio netto in busta paga con il riferimento alla misura. Il bonus spetta in misura piena ai contribuenti con capienza fiscale che non superano i 15.000 euro di reddito. L’importo si riduce progressivamente per i redditi fino a 28.000 euro, se le detrazioni non superano l’imposta lorda.

Quali requisiti per il Bonus 100 euro in busta paga?

I contribuenti rientrati nella platea di beneficiari del bonus possono ottenerlo se rispettano alcuni requisiti.

Come abbiamo anticipato, i lavoratori con reddito fino a 15.000 euro annui possono ottenere un trattamento integrativo di 100 euro al mese, se le detrazioni non superano l’imposta dovuta. Sottolineiamo che il bonus è esentasse.

Invece, per i contribuenti con reddito fino a 28.000 euro, il bonus è riconosciuto a condizione che la somma delle detrazioni al 19% dell’Irpef spettanti nell’anno di imposta non superino l’imposta lorda, con un importo del trattamento pari alla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda.

Quindi, per i suddetti redditi, le detrazioni da considerare sono quelle:

  • Mutui acquisto prima casa;

  • Mutuo con costruzione prima casa;

  • Ristrutturazioni edilizie ed efficientamento energetico.

Come si calcola e come ottenere il Bonus 100 euro

Per il 2024, il trattamento integrativo può essere concesso quando l’imposta lorda è superiore alla detrazione sui redditi di lavoro dipendente diminuita di 75 euro, rapportato al periodo di lavoro nell’anno e riferita alla sola detrazione indicata nel primo periodo.

Ci sono diversi modi per ottenere il Bonus 100 euro nel 2024:

  • Tramite il versamento in busta paga;

  • Con il conguaglio a fine anno da parte del datore di lavoro;

  • Con la dichiarazione dei redditi.

Quando spetta il trattamento integrativo per le Partite Iva

Nel 2024, con il cambiamento delle aliquote Irpef, il Bonus da 100 euro spetta anche ai lavoratori con redditi tra i 15.000 euro e i 28.000 euro.

Spetta anche ai titolari di Partita Iva? Per aver diritto al trattamento integrativo, è necessario avere un reddito da lavoro dipendente o assimilati. Quindi, sono escluse le Partite Iva che hanno solo redditi da lavoro autonomo.

Come spiegheremo in seguito, questo non li esclude automaticamente, così come non esclude i forfettari. Ciò vuol dire che se i titolari di Partita Iva hanno anche redditi da lavoro dipendente, allora possono comunque ricevere il bonus da 100 euro.

Ovviamente, è opportuno tenere in considerazione i redditi da lavoro autonomo nel reddito complessivo, quindi, integrandoli con quelli da lavoro dipendente.

Il bonus 100 euro spetta anche alle Partite Iva in regime forfettario?

Una delle condizioni per avere il bonus 100 euro in busta paga è quello di essere titolari di un reddito da lavoro dipendente o assimilati.

I titolari di Partita Iva, con redditi derivanti solo dal lavoro autonomo, quindi, non hanno diritto al bonus Irpef. Tuttavia, ciò non significa che le Partite Iva in regime forfettario siano automaticamente escluse dal cosiddetto ex bonus Renzi.

I forfettari, per avere diritto al trattamento integrativo, devono essere in possesso di alcuni determinati requisiti. I redditi prodotti devono essere considerati nella determinazione del reddito complessivo, ai fini della verifica della spettanza del trattamento integrativo e sommati ai redditi da lavoro dipendente.

Leggi anche: Irpef 2024: arrivano le istruzioni dell’Agenzia delle entrate su aliquote e scaglioni

 

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