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Utilizzavano sempre le stesse sedi, le stesse attrezzature e gli sessi dipendenti, della società ‘madre’, gravata di debiti e dichiarata fallita nel 2016. Attraverso questo escamotage i due imprenditori nel settore dei supermercati, M.P. 67enne di Aversa, e F.V, 67enne di Casaluce, cognati, hanno contratto debiti fiscali per oltre 337mila euro.

Sono gli ulteriori retroscena dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Aversa, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, che ha portato ai domiciliari i due professionisti accusati di bancarotta fraudolenta, distrattiva e documentale e riciclaggio. I due cognati erano soci di una azienda che gestiva piccoli supermercati, simil discount ad Aversa. Le sedi erano due. Tale società nel corso degli anni gravata da debiti, nel 2016 viene dichiarata fallita e lì il lampo di genio dei due indagati. Per evitare sequestri ed evadere il fisco hanno creato una società lampo sempre con sede ad Aversa, durata 3 anni e dichiarata fallita nel 2019. Proprio la continuità tra le società fallite ha insospettito le fiamme gialle.

Dalla seconda società fallita, attraverso prestanome, sono stati creati altri due supermercati sempre nelle sedi, con le stesse attrezzature e con gli stessi dipendenti che facevano capo all’originaria società commerciale dei due cognati. I prestanome utilizzati, L.R.K. polacco di 43 anni, e M.P., 54enne di Codigoro (Ferrara), erano forse amici o conoscenti che hanno deciso di diventare prestanome dietro compenso, secondo le ipotesi delle fiamme gialle. P.G, 33enne di Aversa, e M.P., 29enne di Casaluce, erano invece parenti dei due indagati. Tutte le teste di legno sono state destinatarie della misura cautelare dell’obbligo di dimora.

Risultano altresì contestate ai due professionisti imparentati, ipotesi di autoriciclaggio, avendo gli stessi distratto l’intero asset aziendale reimmettendolo in distinte società, risultate cloni della fallita. Il passivo accertato è pari a circa 654mila euro nei confronti dei creditori, oltre a quanto dovuto all’Erario. Sono state sottoposte a sequestro due società-clone della fallita, con sede in Aversa, che risultano regolarmente aperte e gestite da amministratori giudiziari ed è stato disposto il sequestro preventivo diretto e per equivalente di somme per complessivi 120.325 euro.

 

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