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È attesa per oggi pomeriggio a Palazzo Chigi la riunione interministeriale, presieduta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per fare il punto e monitorare la situazione nell’area dei Campi Flegrei, dopo lo sciame sismico registrato lunedì sera e il nuovo sisma di questa mattina. La nuova scossa di terremoto è stata registrata alle 8.28 con una magnitudo di 3.6, registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) a una profondità di 2 chilometri. È stata avvertita ai piani alti in diversi quartieri di Napoli e nei comuni più vicini alla zona interessata dal bradisismo flegreo: a Procida sono state evacuate e chiuse le scuole. Inoltre un altro terremoto, di magnitudo 3.5, è stato registrato alle 9.46 in mare nel Tirreno meridionale.

Piani di evacuazione

Sul tavolo dell’incontro di oggi ci saranno eventuali ulteriori interventi da parte del governo, dopo quelli già promossi e in corso di attuazione con il decreto legge dell’ottobre scorso, ha dichiarato il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci.

“Per l’attuazione abbiamo chiamato in causa la Regione e gli enti locali, cui spettano la comunicazione e le esercitazioni. I piani di evacuazione”, ha aggiunto il ministro, “sono sempre previsti in ogni Piano comunale di protezione civile. Certo, non basta metterli sulla carta, vanno testati periodicamente coinvolgendo gli abitanti con informazione ed esercitazioni”.

I Campi Flegrei: le cause

I Campi Flegrei, come riportato sul sito dell’Osservatorio Vesuviano, sono un’area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli, che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. Il nome Campi Flegrei, dal greco letteralmente “campi ardenti”, denota la natura vulcanica dell’area e la presenza di numerose fumarole e acque termali, ben note e sfruttate nell’antichità.

A differenza del Vesuvio, i Campi Flegrei non sono caratterizzati da un unico edificio vulcanico principale, ma sono piuttosto un campo vulcanico attivo da più di 80.000 anni, con diversi centri vulcanici situati all’interno e in prossimità di un’area depressa chiamata caldera.

Dopo l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano (15 mila anni fa) l’attività vulcanica dei campi Flegrei è stata particolarmente intensa con più di 27 eruzioni solo negli ultimi 5.500 anni, l’ultima delle quali, avvenuta nel 1538, ha generato il cono di tufo di Monte Nuovo.

La caldera dei Campi Flegrei è soggetta a lenta deformazione del suolo nota con il nome locale di bradisismo. Nei periodi 1970-72 e 1982-84 l’area flegrea è stata interessata da crisi bradisismiche in cui il suolo, nell’abitato di Pozzuoli in particolare, ha subito un sollevamento totale massimo di circa 3.5 m.

Supporto alle popolazioni coinvolte

Decine di persone hanno passato la seconda notte in strada evacuate dopo quanto accaduto lunedì sera, quando la scossa di magnitudo 4.4, la più forte degli ultimi 40 anni, e lo sciame, iniziato poco prima delle 20 e che ha concentrato in poche ore oltre 150 scosse. Quindi qualcosa di diverso rispetto al recente passato e alla convivenza forzata con il sommovimento della terra.

Da ieri la Croce Rossa Italiana è attiva al fianco del Dipartimento Regionale della Protezione Civile a Napoli, nella zona dei Campi Flegrei, per fornire assistenza alla popolazione e supporto alle persone ospitate all’interno delle tendopoli allestite. Dalle prime ore di questa emergenza a oggi sono 56 i volontari impegnati e 20 i mezzi messi a disposizione dalla CRI.

 

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