«Pur riconoscendo e apprezzando l’impegno a ricomprendere il Terzo settore tra i soggetti che potranno continuare a beneficiare del Superbonus, riteniamo inadeguata la soluzione individuata dal Governo. Ci spiace molto dover prevedere che d’ora in avanti molte organizzazioni saranno costrette a rinunciare a interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico, o a dover scegliere tra questi e altri importanti investimenti per la crescita delle proprie attività sociali, di interesse collettivo». Sono le parole di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum terzo settore.
Mission impossible
«L’emendamento presentato al Senato infatti – prosegue Pallucchi – non contiene, come il Forum Terzo Settore ha più volte chiesto, la prosecuzione della misura dello sconto in fattura o della cessione del credito, ma prevede l’istituzione di un Fondo di 100 milioni di euro per consentire agli Enti di terzo settore e onlus di ricevere un contributo a fronte delle spese sostenute. Questo vuol dire innanzitutto che le risorse andranno anticipate dagli enti, senza sapere con precisione quando e in quale percentuale sul totale speso riceveranno il contributo dello Stato: sappiamo però quanto questo sia complicato e spesso impossibile per la gran parte del Terzo settore rappresentata da realtà piccole e piccolissime».
«Serve una misura aperta»
E la portavoce sottolinea anche un altro aspetto: «Aver fissato un tetto a 100 milioni premierà quei soggetti che prima di altri faranno domanda, magari perché più strutturati e dotati di competenze amministrative. A nostro avviso la misura del Superbonus dovrebbe essere il più possibile aperta e resa agevole per il Terzo settore, che opera per il benessere di persone, comunità e ambiente – conclude Vanessa Pallucchi – senza l’obiettivo del profitto».
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