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Laura Seppi, la legale rappresentante dell’agenzia viaggi «Neverland» di via Torino ha patteggiato un anno e sei mesi con pena sospesa. L’accusa, per la quale ha chiesto l’applicazione della pena, è di truffa aggravata e bancarotta fraudolenta. La donna fu costretta a dichiarare fallita l’attività nel 2018, a fronte di quello che il suo legale definì «un buco finanziario insostenibile». Furono 285 i clienti truffati: acquistarono pacchetti vacanza per diverse destinazioni, per cifre comprese tra i 500 e i 3 mila euro l’uno. In tutto, tra i 300 e i 400 mila euro che la donna, secondo l’impianto accusatorio, Seppi ha poi utilizzato per spese personali.

L’isola che non c’è

Omen nomen. L’agenzia «Neverland» si era rivelata proprio come il luogo in cui è ambientata la fiaba di Peter Pan: un’isola che non c’è. La sua titolare, la quarantenne Laura Seppi, ha raggirato diverse centinaia di clienti. Ignari bolzanini che avevano affidato a lei i risparmi per le vacanze, investendoli in pacchetti verso diverse destinazioni in tutto il mondo. E che, all’avvicinarsi della data di partenza, preoccupati dal fatto di non aver ancora ricevuto i biglietti, avevano contattato strutture ricettive e compagnie aeree che erano state loro indicate dall’agenzia, scoprendo amaramente che non esistevano prenotazioni a loro nome. Alcuni, invece, erano effettivamente riusciti a partire, e solo una volta arrivati a destinazione avevano scoperto di non avere alcun volo di ritorno prenotato. Col risultato che furono costretti a pagarlo due volte.

L’istanza di fallimento

A giugno 2018, quando era cominciata a circolare la voce di difficoltà finanziarie dell’agenzia di viaggi, una cinquantina di loro si radunò, in segno di protesta, davanti alla sede di via Torino. Non si registrarono eccessi, eppure la polizia preferì scortare la titolare fuori dalla struttura, per sicurezza. Nel frattempo, la Procura aveva aperto un’indagine per insolvenza: la Guardia di finanza si era presentata in agenzia per sequestrare una serie di documenti, e il conto corrente dell’attività era stato pignorato per far fronte a un debito cospicuo maturato durante l’attività. Nel frattempo, la titolare aveva aperto un secondo conto, sul quale versare gli incassi dei viaggi che, nel frattempo, stava continuando a vendere. Una situazione diventata ben presto insostenibile, tanto che i legali di Seppi presentarono istanza di fallimento: il 25 luglio, il Tribunale di Bolzano dichiarò fallita l’agenzia Neverland.

La condanna 

L’indagine, a carico di Seppi, è andata avanti diversi anni. Tanto che solo adesso, subito dopo il deposito dell’avviso di conclusione delle indagini, si è arrivati alla parola fine. Almeno sul fronte penale. I suoi legali, Nicola Nettis e Corrado Faes, hanno chiesto l’applicazione della pena direttamente al giudice per le indagini preliminari (gip). «Il che — spiega Nettis — ci ha permesso di fissare l’udienza davanti al gip anziché in sede di udienza preliminare. In questo modo, anche la questione della costituzione delle parti civili è venuta meno. Un risultato importante, in considerazione della mole di creditori. Così come importante è stato il risultato finale, ossia la condanna a anno e sei mesi con pena sospesa. Si mette così la parola “fine” a una vicenda dai risvolti, anche mediatici, piuttosto decisi». Per i clienti truffati resta, in linea teorica, la via del procedimento civile, per tentare il recupero del denaro.

Travel blogger

Oggi la donna, che vive in regione, ha cambiato attività. Su Instagram, tiene aggiornata la sua pagina, «Nata per viaggiare», nella quale si definisce una «travel blogger». Calabria, Puglia, Giappone, Zanzibar, India, Marocco, Maldive, Dubai Lapponia e New York sono solo alcune delle mete visitate, stando alle foto pubblicate. Che hanno attirato i «cuori» di 11.600 follower.

 

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