Attenzione alla situazione in cui si verifica il pignoramento immobiliare e sussiste la comunione legale dei coniugi. Il tema, infatti, è controverso. Si tratta di una procedura esecutiva che viene intrapresa da un creditore del singolo coniuge in relazione a un cespite comune. Una situazione che vede la possibilità di pignorare e vendere la casa in comunione per intero, non solo per metà. L’abitazione in comunione legale è pignorabile interamente, anche se il debito è di uno solo dei coniugi.
Come funziona l’espropriazione nella comunione legale dei beni
Di recente, la Cassazione si espressa proprio sul pignoramento immobiliare e sulla comunione legale con l’ordinanza n. 150 pubblicata il 4 gennaio 2023. Secondo quanto chiarito, la comunione legale, che è senza quote, prevede che l’espropriazione, “per debiti personali di uno solo dei coniugi, di uno o più beni, abbia ad oggetto il bene nella sua interezza e non per la metà, con scioglimento della comunione legale limitatamente all’oggetto del sequestro all’atto della vendita o assegnazione del cespite stesso e con diritto del coniuge non debitore alla metà della somma lorda ricavata dalla vendita oppure del suo valore in caso di assegnazione”.
In particolare, con la propria ordinanza, la Cassazione ha precisato che bisogna dare “continuità all’orientamento secondo il quale, per il debito di uno dei coniugi, correttamente è sottoposto ad esecuzione per l’intero il bene ricadente nella comunione legale con l’altro coniuge, con conseguente esclusione di ogni irritualità o illegittimità degli atti della procedura, fino al trasferimento del bene a terzi, non potendosi riconoscere al coniuge non debitore il diritto di caducare tali atti, né quello di ottenere la separazione di parti o quote del bene staggito o di conseguire dalla procedura esiti diversi dalla vendita per l’intero, salva la corresponsione, in sede di distribuzione, della metà del ricavato lordo della vendita, dovuta in dipendenza dello scioglimento, limitatamente a quel bene, della comunione senza quote”.
Cosa accade al coniuge non debitore
L’esecuzione forzata interessa anche il coniuge non debitore, al quale “non è riconosciuta la possibilità che venga escussa solamente la quota di metà del bene comune né che venga venduta solo una porzione materiale corrispondente, per valore, alla metà del valore del bene oggetto di esecuzione”. Il coniuge non debitore è dunque soggetto passivo dell’espropriazione con gli stessi diritti e doveri di quelli dell’esecutato. Al coniuge non debitore devono essere riconosciute “tutte le garanzie di carattere processuale, attraverso la notifica dell’avviso di pignoramento e, all’esito della vendita dell’immobile, la corresponsione della metà della somma di denaro ricavata”.
Il coniuge non debitore, come specificato da Fisco Oggi, “avrà diritto a ottenere il 50% della somma lorda ricavata dalla vendita o del valore del bene, in caso di assegnazione al creditore procedente”.
Quali beni cadono in comunione legale tra coniugi?
Secondo quanto spiegato dal Notariato, la comunione legale, che consiste nel regime patrimoniale della famiglia in forza del quale i beni acquistati durante il matrimonio sono comuni a entrambi i coniugi, anche se è intervenuto solo uno all’atto di acquisto, può riguardare:
-
gli acquisti compiuti dai coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio;
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le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio;
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gli utili e gli incrementi delle aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite prima del matrimonio.
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