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Il rilancio dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano passa anche dalle nuove politiche creditizie e dalle sinergie di sviluppo spinte dalle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E i ben 20 miliardi di euro messi a disposizione da Intesa Sanpaolo, anche utilizzando la provvista fornita da Cdp, sono un’ulteriore leva della nuova strategia che rappresenta il succo dell’accordo siglato ieri dal ministero dell’Agricoltura con Cassa Depositi e prestiti e la stessa Intesa Sanpaolo. Si tratta di risorse che vanno anche oltre le disponibilità erogate al mondo agroalimentare dal 2020 al 2023 (15 miliardi).
Obiettivo prioritario dell’intesa, presentata ieri presentato al ministero dell’Agricoltura con il Francesco Lollobrigida, Dario Scannapieco, ad di Cdp e Stefano Barrese e Mauro Micillo rispettivamente responsabile della Divisione Banca dei Territori e della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, è quello di individuare e spingere sugli investimenti destinati a filiere agroalimentari, ricerca e innovazione, oltre che agevolare l’accesso ai mercati esteri e il passaggio generazionale. «Così diamo fiducia alle imprese che hanno bisogno di credito e hanno sofferto tanto in questi anni», ha commentato il ministro Lollobrigida.
Ma il focus è anche sull’efficientamento del comparto attraverso risparmio energetico, economia circolare e interventi per il benessere animale.
LE MISURE
In particolare, per sostenere l’accesso al credito e l’accompagnamento verso canali alternativi di finanziamento da parte delle imprese del settore, i tre protagonisti dell’intesa intendono elaborare un intervento finalizzato a favorire una gestione più efficiente del magazzino dei prodotti caratterizzati da una lunga stagionatura, promuovendo il miglioramento della posizione finanziaria delle imprese. «La liquidità a fronte dello smobilizzo del magazzino», ha puntualizzato Barrese, «può essere reinvestita in un momento fondamentale come questo nel quale la transizione tecnologica ed ambientale è una sfida per il settore». E ancora, «l’accordo prevede la creazione nell’ambito della disciplina del factoring di «un veicolo per il mondo dei magazzini: si consente di anticipare lo smobilizzo e non attendere i 12-24 o 48 mesi che possono caratterizzate alcuni prodotti ad alta stagionatura e questo riduce da un lato il rischio del tempo, e dall’altro aumenta la liquidità e rende più competitive le aziende agricole».
Intesa Sanpaolo metterà a disposizione il team specializzato della Divisione Banca dei Territori – che attraverso la Direzione Agribusiness opera su tutto il territorio nazionale con una rete di circa 250 punti operativi, di cui 88 filiali dedicate, ed oltre 1.000 professionisti a servizio di oltre 84 mila clienti – punta fortemente nel dialogo fra pubblico e privato.
Da parte sua Cdp utilizzerà i suoi strumenti di sviluppo del tessuto produttivo. «Sull’agroalimentare si sta lavorando a sistema. Il settore è strategico per il Paese, con 230 miliardi di euro fatturato e oltre 1,5 milioni di occupati. L’export rappresenta un quarto del fatturato in forte crescita. E l’accordo di oggi 8ieri, ndr») va nella direzione di dare un impulso importante sul comparto», ha spiegato Scannapieco ricordando l’importanza che il settore ha nel piano strategico di Cassa. Lo stesso ad ha poi sottolineato l’utilizzo dello strumento dei basket bond per finanziare le filiere dell’agribusiness rivelando che «su questi canali alternativi lavoreremo di più con Intesa Sanpaolo».
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